Poche considerazioni, con lo scopo principale di confortare quanti temono di sragionare a pensar male, intimiditi da teleschermo e carta stampata.
La logica é di pochi. Se difetta, siamo nudi e indifesi nei confronti di un’informazione per la quale tutto é fake se non cantato dalla voce del padrone.
Circa il titolo: mai é apparso tanto evidente che per un certo mondo – di sicuro non il nostro – finché c’è virus c’è speranza (alias: mors tua vita mea). Ma la natura di “prodotto” in senso matematico emerge prepotentemente, dato che cambiando l’ordine dei fattori il risultato non cambia: finché c’è virus c’è speranza, finché c’è speranza c’è virus.
Guai a chi glielo tocca questo prezioso virus oggi un po’ sciupato, e guai a chi si permette di dubitare della sua salute! Si arrabbiano e scoppiettano insieme ai loro scienziatoni, della cui scienzona nessuno s’era accorto prima. Soprattutto la Scienza.
Naturalmente non pensiamo che si grattugino virus e si spargano per l’aria (anche se a qualcuno ne é venuto il sospetto), ma una certa filiera “tira” – come si suol dire per malati gravi – solo grazie al virus e finché questo ci sarà. Che poi questo Belfagor o questo fantasma dell’opera sia soprattutto sulla carta o in conte (vogliamo dire calcoli) finora incontrollate, è un altro discorso.
In molti, sempre di più grazie a Dio, abbiamo avuto la sensazione che la suddetta filiera considerasse buone le notizie cattive e cattive le buone. Si parla di morti, e non si possono nominare certo come fossero granelli di sabbia, siano morti di Covid o con il Covid (o anche senza): e ricordiamoci che da tempo l’istituto superiore della sanità (preferiamo citarlo per esteso e non con il giornalistico ISS, che sembra un sibilo di serpe) ha dichiarato che i decessi hanno riguardato per il 96,6% soggetti affetti da almeno altre 3 patologie gravi.
Più morti del giorno precedente, fossero anche 5 in più? Tutto bene; meglio poco che niente. Sono stati 10 di meno? O lo si dice alla fine dei notiziari, piano piano, con un sussurro, una pernacchietta, oppure ci si butta con voce squillante sui contagi. Se poi anche questi sono diminuiti, allora si dice per esempio: “300 contagi più di ieri”, autorizzando il telespettatore a pensare ad un AUMENTO di contagi, mentre si tratta di ALTRI contagi che si aggiungono ai precedenti. In altre parole, detto così appare sempre al lettore frettoloso una ESTENSIONE della pretesa pandemia, mentre é una diminuzione. Mal che vada serve sempre l’incontrollato numero di vittime a livello mondiale (misteriosamente precisato all’unità, che sa di più credibile e le consuete macabre immagini di bare e fosse comuni, che non ci meraviglieremmo fossero quelle per le vittime del Titanic.
ART. 656 c.p.: “Chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenziose, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico, è punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda fino a euro 309”
ART. 658 c.p.: “Chiunque, annunziando disastri, infortuni o pericoli inesistenti, suscita allarme presso l’Autorità, o presso enti o persone che esercitano un pubblico servizio, è punito con l’arresto fino a sei mesi o con l’ammenda da dieci euro a cinquecentosedici euro.”
Purtroppo, anche in caso di concorso di reati, si tratta di pene che intimoriscono assai poco. Altro paio di maniche, ma di difficile istruttoria, sarebbe l’alto tradimento. A fugare ulteriormente le preoccupazioni penseranno provetti legali o, chissà, magistrati indulgenti (anche se, porcaccio Giuda, tira una brutt’aria attualmente).
A prescindere dalle precedenti osservazioni: con grande sollievo nostro e di tanti italiani le cose stanno cambiando. Prima sembravano tutti irretiti, timorosi di accennare un segno di dissenso. Oggi comincia ad andare diversamente, come dimostrano recentissime di cronaca.
I motivi sono diversi e probabilmente sono da ravvisare nel fatto che solo una banda di disturbati mentali poteva pensare di organizzare un piano simile, sicuramente ben studiato nell’incipit, ed ipnotizzare impunemente il mondo fino a indurlo all’annichilimento totale. I servi non mancano mai purtroppo, e noi ne sappiamo qualcosa: ma non bastano. Qualcuno ha compreso che i pazzi dovrebbero stare in manicomio, con buona pace dei basagliani, e che non può essere una setta di speculatori e usurai criminali e ottusi a decidere vita e morte, natalità e durata dell’esistenza, migrazioni e guerre egemoniche, mistificazione storica e chippamento dell’umanità.
Riteniamo che il processo di relativa normalizzazione proseguirà, anche se non ci facciamo illusioni circa un rapido ritorno ad un assetto di sicuro sempre da mani ai capelli, ma non da neurodeliri. Ci saranno rigurgiti e reflussi, ma appare ormai chiaro che un blitz o é rapido come saetta, o é una sconfitta annunciata. Abbiamo letto oggi un titolo che ci ha sollevati, dopo un periodo di pessimismo e di dubbi angosciosi: “Il Muro del Nuovo Ordine Mondiale stra crollando”.
A pericolo scampato, possiamo dire di avere rischiato grosso, anche se perderemo un sacco di tempo a scuoterci dalle scarpe quello che ci si é attaccato sotto.
Alcune conferme concrete confortano ulteriormente:
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Uno studio autorevole ha sancito come gli asintomatici non sono contagiosi: A Study on Infectivity of Asymptomatic SARS-CoV-2 Carriers;
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Diversi studiosi (come Adrian Hill, direttore dello Jenner Institute dell’Università di Oxford) hanno ammesso che il virus sta scomparendo dalla Gran Bretagna;
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l’OMS, da sempre refugium peccatorum, nonchè leviatano con 7.500 dipendenti dalle misteriose incombenze, pare non goda buona salute (con riflessi positivi sulla nostra);
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Il Prof. Alberto Zangrillo, direttore del reparto di terapia intensiva del S. Raffaele di Milano e vicerettore dell’Università, in accordo con moltissimi suoi colleghi universitari, ha affermato che il virus clinicamente non esiste più, usando probabilmente un linguaggio meno diretto di quello che avrebbe desiderato usare. Le reazioni hanno a nostro parere dato prova non solo di poca coscienza, ma anche di scarso comprendonio nei….reagenti: le meste recite di indignazione non hanno convinto nessuno, evidenziando anzi sprovvedutamente i fili della filiera.
Ci auguriamo tutti che certi novelli profeti maggiori, emuli di Isaia, Geremia, Ezechiele e magari anche di Ezechiele lupo, che mai é riuscito a mangiarsi i porcellini….abbiano parlato di “nuove ondate”, di “nulla sarà come prima”, di un “corona che rimarrà sempre con noi” solo nel tentativo di continuare a suggestionare e terrorizzare quanti considerano propri sudditi. Mai vorremmo pensare che queste espressioni debbano venire considerate …inviti a reiterazioni di dati fasulli od a criminali nuove semine, alle quali più d’uno ha pensato. Eh dai, signori miei, un po’ di furbizia! Se ci fossero davvero nuovi contagi ….come fare a non pensare a dolo? E poi, noi tutti non vogliamo certo venir scambiati per complottisti: non é vero cari lettori?
Probabilmente si tratta solo della consapevolezza che finché c’è virus c’è speranza…
Comunque, siccome la prudenza non é mai troppa, raccomandiamo le tradizionali corna, altrettanto rituali contatti sottolocati, sfioramenti di gibbosità varie e amuleti assortiti contro questi menagrami. Che a dirla tutta ci sembra stiano ricevendo in faccia il boomerang della scalogna gettata. Attendendo il tramonto del “sole nero”, che ci auguriamo rapido e definitivo, udiamo una musica assai diversa dalla suggestiva “morte del cigno” di Saint-Saëns. E’ un bruttissimo blues intonato non da cigni, ma da cornacchie morenti: Fiscal compact – governance – recovery fund – lockdown – contact tracing – family act…evidentemente abbiamo nuovi americani a Roma!
Niente male, é vero? Insegnatevi come si governa! Eh? Come dite? Si dice imparate e non insegnate? Aaahh …non é buon itagliano? Un poco di pazienza: chiederemo lumi al ministero dell’istruzione. Ma nel frattempo (sapete, ci vorrà un po’ di tempo, come per la cig), governino, governino. Finché c’é il virus…