Premessa
Una curiosa teoria che non ha alcuna valenza, se non quella della sciatteria e del leccaculismo, è in voga da diversi anni in diversi componenti della cosiddetta classe medica.
La teoria, che poi evolve nella pratica nelle 2 simpatiche (si fa per dire!) frasi senza senso, senza alcun fondamento e che forse nemmeno un ragazzino delle elementari direbbe, è la seguente:
– Se il paziente viene a mancare mentre è in cura con il Metodo Di Bella, ma dopo aver seguito le note “cure ufficiali di provata efficacia“, allora la colpa è dell’inefficacia del Metodo Di Bella;
– Se il paziente sopravvive a lungo mentre è in cura con il Metodo Di Bella, ma dopo aver seguito le note “cure ufficiali di provata efficacia“, allora il merito è delle cure pregresse!
Tesi e antitesi allo steso tempo.
Ci si faccia caso al prossimo che starnazzerà le proprie “ochesche” farneticazioni: verrà riportata la prima o la seconda frase a seconda della convenienza di quel dato momento.
Frasi cretine e stupide esattamente come chi le pronuncia.
Una sciatteria senza precedenti, poiché il non conoscere il caso implicherebbe quanto meno un silenzio da chi si professa “esperto del settore” proprio perché non ha alcun dato a disposizione. Quanto meno una riflessione ponderata prima di imitare il verso dell’oca (non ce ne voglia la simpatica anatide, n.d.r.)
il leccaculismo vien da se: che senso ha riportare la frase numero 1 o la numero 2 in totale assenza di dati chimico/strumentali, nessuna conoscenza del caso se non quella di giustificarsi verso i propri “superiosimili” (ovviamente non gli anatidi, sebbene anche loro starnazzino con la frase 1 o 2, in questo caso il riferimento è agli umani, n.d.r.) e infondere illusioni in non si sa quali elisir, gli stessi elisir che causano, solo in Italia, dalle 500 alle 600 morti al giorno di cancro.
Casus belli
Il motivo di questo breve intervento riguarda il decesso di una paziente che per circa 1 anno e mezzo è stata in cura con il Metodo Di Bella dopo aver seguito le note “cure ufficiali di provata efficacia“. Nel seguito è riportato una veloce ricostruzione:
– Prima linea di intervento: intervento chirurgico marzo 2017, 6 cicli di chemioterapia (quale protocollo?) terminati a settembre 2017 ma con 0 risultati. Questo è uno dei cosiddetti successi della note “cure ufficiali di provata efficacia”.
– Seconda linea di intervento: a partire da marzo 2018 altri 6 cicli di chemioterapia (quale protocollo?) fino a dicembre 2018. Fine 2019 ripresa della malattia. Questo è un altro successo delle cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia”.
– Terza linea di intervento: terzo protocollo chemioterapico che a questo punto – visto il pregresso e il pietoso stato fisico – la paziente rifiuta per iniziare Metodo Di Bella per circa 1 anno mezzo. Risultato: per i soloni è il disastro Metodo Di Bella.
Riassumendo:
- 6 mesi tra interventi e chemioterapie con nessun risultato è un successo della medicina;
- 8 mesi di chemioterapia seguita da circa 12 mesi di stazionarietà è un successo della medicina;
- circa 1 anno e mezzo di stazionarietà è un disastro del Metodo Di Bella.
Coloro i quali vorranno leggere l’articolo potranno puntare il browser al seguente link Fango sul Metodo Di Bella, odiatori scatenati. E il marito di una paziente deceduta difende la cura.
Fango sul Metodo Di Bella, odiatori scatenati. E il marito di una paziente deceduta difende la cura
Qualche considerazione
Si può notare come in tutte le linee di intervento abbiano adottato solo ed esclusivamente chemioterapia; 3 linee di intervento, 3 protocolli chemioterapici.
Ma in TV da 20 anni e oltre (anche in noti “Elisir” di lunga vita dove se la cantavano e se le suonavano tra di loro senza contraddittorio) non cianciano di noti “farmaci intelligenti”?
Noi abbiamo provato, in un recente passato, a fare un resoconto dei cosiddetti “farmaci intelligenti” ma il risultato è stato deprimente: “tanti soldi, pochi risultati” e con 500-600 morti al giorno non potrebbe essere diversamente e sfidiamo chiunque a dire il contrario! Gli interessati possono leggere l’articolo Ma quanto ci costano e con quali risultati?.
Secondo punto. Sarebbe interessante sapere quali siano stati i protocolli adottati, in questo modo ritornando indietro nel tempo si potrà vedere se le stesse cose le infondevano 5-10-15-20-25 e più anni fa e cosa è cambiato negli ultimi 25-30 anni tra le diverse linee di intervento (e.g. nella prima, nella seconda e nella terza).
Una curiosità innata perché, come avviene in molte patologie oncologiche in prime, seconde e terze linee terapeutiche, continuano a infondere sostanze vecchie quanto il cucco. In una di queste la scoperta – sintetizzazione – risale al 1845! Non è una battuta oppure un errore, si tratta proprio del 1845 (milleottocentoquarantacinque!) e di preciso il cisplatino riportato nel link richiamato poco sopra.
In una o più delle linee terapeutiche adottate nel casus belli in questione ci stava il richiamato cisplatino?
A noi risultano protocolli con (leggasi cocktail vari di) queste sostanze: paclitaxel (1993), cisplatino (1845, approvato uso medico 1978), carboplatino (1972, approvato uso medico 1986), doxorubicin (la cosiddetta “chemio rossa” approvata per uso medico nel 1974, scoperta in Italia nel 1955 come antibiotico adriamicina), docetaxel (1995), oxaliplatino (registrato nel 1976 e approvato nel 1996). Nella cosiddetta “terapia di mantenimento” hanno dato bevacizumab (2004)?
Ci siamo andati molto lontani? Pensiamo proprio di no. Il farmaco più recente ha già 18 anni pertanto negli ultimi 17 anni poco o nulla è cambiato nei protocolli e quindi anche nei risultati, ammettendo che l’introduzione del bevacizumab abbia apportato un qualche beneficio.
L’ultimo arrivato sembra essere tal Olaparib di Astrazeneca noto con il nome commerciale LYNPARZA che nella formulazione da 112 compresse da 100mg ha un prezzo indicativo di 8927,94€ e il risultato?
Si legge, in una delle tante pubblicazioni, ad esempio datata Dicembre 2019:
Patients randomly assigned to the olaparib group received 400 mg twice daily (capsule formulation). Results showed a median PFS advantage of 8.4 months with olaparib versus 4.8 months with placebo (p<0.001).
Con fisiologica la sopravvivenza libera da progressione (PFS, progression-free survival) è di 4,8 mesi, con 400mg al giorno di olaparib è di 8,4 mesi …nemmeno il doppio se paragonato ad acqua e sale!
Ma c’è di più, sempre nella suddetta pubblicazione viene riportato:
Trials have shown that <1.5% of patients using olaparib develop these conditions, with the majority of events having a fatal outcome.
ovvero circa l’1,5% dei pazienti sottoposti ad olaparib muore per gli effetti avversi che sono:
[…] serious adverse events associated with olaparib use include a risk of developing a secondary malignancy such as myelodysplastic syndrome, acute myeloid leukemia (AML), or chronic myelomonocytic leukemia (CML).
il rischio di sviluppare un secondo tumore!
Si fa presente come con il Metodo Di Bella gli 8,4 mesi citati siano stati superati abbondantemente, arrivando quasi a doppiare il traguardo dell’olaparib! Pertanto è stata la migliore scelta per il caso in questione checché se ne voglia dire e checché ne dicano i soloni del nulla.
E il costo?
Per il Metodo Di Bella a pieno regime si sta intorno ai 1.500/1.600€ al mese.
Per olaparib si parla di una posologia di 400mg al giorno quindi 4 compresse da 100mg ogni giorno. La confezione da 112 compresse dura 28 giorni. Quindi circa 9.000€ ogni 28 giorni di cura e poiché il trattamento dovrà essere ripetuto ogni 4 settimane ecco che indicativamente si naviga sui circa 18.000€ ogni 3 mesi (stima per difetto poiché non si considerano tutti gli altri farmaci!).
Costi nettamente più alti per risultati più scadenti. Allora, cari luminari fulminati cosa andate cianciando in TV e perché continuate con le vostre “ochesche” frasi che hanno il sapore di una farsa?
Invero sarebbe il caso di iniziare a chiedersi perché, dopo oltre 20 anni dalla farsa del ’98, il Metodo Di Bella riesca ancora a doppiare i più rosei risultati dell’ultimo ritrovato venduto a peso d’oro!