I medici hanno il dovere e la responsabilità, di curare i mali dei loro simili, consapevoli del fatto che questa attività comporta non solo l’acquisizione di conoscenze scientifiche, ma anche, e soprattutto, un processo decisionale volto a definirne il contesto, e la sua profonda essenza.
Il Bene e il Male, davanti ai loro occhi, devono essere costantemente presenti.
Spetta a loro scegliere come attuare i necessari interventi per fare in modo che i risultati possano indirizzarsi nella direzione voluta.
E nella medesima condizione dovrebbe trovarsi qualsiasi individuo rivesta una posizione socialmente rilevante.
Ma dove stanno il Bene e il Male? Come poterne esserne sempre consapevole?
Oggigiorno viviamo nel caos. Nel nome della libertà assoluta vengono costantemente e progressivamente demoliti altri valori fondamentali alla base del nostro tessuto sociale che, sedimentatosi nei secoli attraverso valori condivisi, sta ora disgregandosi.
I nostri valori stanno scomparendo, e non solo i valori cristiani, ma anche tutti quei valori etici e morali fin qui universalmente riconosciuti dai popoli, facendo crollare anche la nostra civiltà, di cui erano la base.
Non credo sia una sensazione solo mia …che venga mantenuta solo la loro apparenza ma che, dietro alla facciata, la sostanza sia un’altra. “Giuro di dire la verità, tutta la verità!”
Da oltre vent’anni non è più richiesto nei Tribunali Italiani. E’ diventato illegittimo (Sent. Corte di Cassazione n.149/1995). Ora nelle aule è consentito quindi anche mentire (ora si dice solamente “mi impegno a dire tutta la verità”). Oramai anche la Giustizia ha abbandonato l’appello supremo alla “coscienza” dell’uomo.
La coscienza, il luogo dove dovrebbe essere riposta la consapevolezza del Bene e del Male. La percepisco, riesco quasi a toccarla, ogni qual volta essa si oppone a scelte che non condivide.
Le riconosco l’autorità necessaria. E le riconosco un’autorità “superiore” a quello delle fredde righe scritte delle norme, dei regolamenti, dei protocolli. Lo riconosco, io sono un individuo “subordinato”. Ma chi non lo è, in fondo?
Siamo tutti, volenti o nolenti, individui subordinati, non autosufficienti, dipendenti da un “ordine superiore” o, comunque, da meccanismi che non conosciamo, se non in minima parte, e che comunque non siamo in grado di controllare pienamente. Siamo dipendenti da Madre Natura, e dalle leggi che regolano l’universo, o, per chi crede (in senso cristiano) da un livello più alto. Ma lo siamo tutti.
E lo possiamo essere consapevolmente, e quindi secondo la nostra volontà, oppure inconsapevolmente, ma lo siamo.
Chi ha fede (il cristiano) individua volontariamente il soggetto della propria subordinazione.
Il non credente è invece molto più suscettibile ad esserlo in maniera a lui involontaria, quasi incoscientemente, a meno che non sia dotato di valori etici tali da permettergli di riconoscere, comunque, e di scegliere volontariamente un indirizzo diverso, ma comunque preciso, per la propria subordinazione.
La Medicina dovrebbe essere costituita dalla pulsione innata, nell’uomo, verso la conservazione della propria specie, così come Madre Natura l’ha concepita. Ma anche Madre Natura ai giorni attuali viene costantemente violentata.
Qualsiasi “aberrazione” dalla legge che riconosciamo a noi “superiore”, qualsiasi essa sia, essa provoca il “delitto”, e quindi “la conseguenza” o “la colpa da pagare”.
La “deviazione” dal Bene al Male può essere più facilmente compiuta da chi non decide “volontariamente”, e con discernimento, il proprio grado di subordinazione. Costui ritiene di essere pienamente autonomo, indipendente, ma in realtà delega inconsapevolmente ad altri il compito di decidere, e di scegliere.
Potrà credere di essersi riuscito a liberare da qualsiasi errore, potrà credere di non avere più rimorsi…, né colpe, mentre saranno Organismi Sovranazionali a decidere le sue sorti, a indirizzare quelle che dovranno essere le sue scelte (e i suoi obblighi).
Organismi Sovranazionali Tecnocratici, senza alcuna legittimazione politica e sociale, ma che potranno sostituire le proprie leggi a quelle delle nostre coscienze. E’ quello a cui stiamo assistendo.
E’ per questo che coloro che lo vorranno a prendere in considerazione l’appello lanciato ai fedeli cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà da un gruppo di cardinali, vescovi, e sacerdoti e sottoscritto da nomi noti dell’informazione e della politica, da professionisti e da fedeli, ma anche da persone di buona volontà, preoccupati per la drammaticità della situazione che stiamo vivendo.
Credenti, o non credenti, questi valori possono essere condivisi?
Alessandro Ricchi
(Fondazione Giuseppe Di Bella)