“Oh libertà, quanti crimini vengono commessi in tuo nome” disse Madame Roland mentre veniva condotta alla ghigliottina.
Oggi il povero cittadino segregato, imbavagliato, tamponato, eli- e drono-controllato, chippaturo e appaturo, segretamente deriso per la facilità con la quale si é fatto infinocchiare, dovrebbe esclamare:
“Oh Corona virus, quanti crimini, quante bugie, quanta oppressione, quanti morti di tutt’altro…in tuo nome!”.
Rif.: https://www.facebook.com/saracunial.camera/posts/516362299041992
Crimini non solo economico-finanziari, ma contro l’umanità, l’autodeterminazione dei popoli, il futuro delle nuove generazioni, perpetrati da chi ha tradito l’etica professionale – da una parte – dall’altra la fiducia non solo di improvvidi elettori, ma di tutti i cittadini convinti che lo Stato non debba essere entità autonoma – demonio che ti siede sulle spalle per succhiarti il sangue e controllarti – ma ombra fedele della collettività; per cui non deve azzardarsi ad agire da padrone, bensì unicamente da servitore del popolo. E’ sicuramente il modo di vedere il rapporto Stato/Cittadini di almeno il 99,9% degli elettori, ma – in ossequio allo “sport” giornalistico preferito degli ultimi decenni, nonché ai leitmotiv di certi sinedri – viene distorto a forza ed etichettato come “populismo”.
I complici sono tanti, perché pullulano sempre nel malaffare: la delinquenza tende a organizzarsi capillarmente in bande e scegliendo il peggio del peggio. E per essere sicuri che nessuna miracolosa resipiscenza metta in pericolo la banda, non ci si limita ad allettare, ma si ricatta, motivo per cui solo mascalzoni con precedenti da nascondere fanno carriera. La pozione, la miscela per il motore della carriera si compone quindi di 4 oligoelementi: ottusità – ignoranza – delinquenza – ricattabilità.
In verità ci sembra che in tutti costoro, dai boss, ai capibanda agli affiliati, sia mancato il lume dell’intelletto, dato che delinquendo segano i rami sui quali siedono essi stessi e le loro famiglie. Ammesso che l’istintivo amore familiare, assente solo in forme viventi unicellulari, non venga annebbiato dalla fregola di diventar qualcuno: tipica di chi non è nessuno.
Quelle che seguono non sono opinioni, ma constatazioni: tutto é ora chiaro, palese, evidente, fin plateale. Di vigliacchi e di larve d’uomo se ne trovano a miriadi in ogni tempo ed in ogni luogo. L’Italia è poi terreno doc sul quale germogliano rigogliosi i traditori del suo sangue e della sua storia. Poco più di una generazione é passata da quando certi signori andavano a baciare sulla bocca Breznev ed i suoi collaboranti, o commemoravano con un “se la sono voluta loro” i tedeschi dell’Est falciati dai mitra dei vopos.
Cambiano forme e sigle, ma lo “stile” tradisce sempre, così come i profumi non riescono mai a soffocare i miasmi della cattiva igiene, ma li rendono casomai più nauseanti.
Per obiettività dobbiamo dar loro atto d’un raro talento nella scelta di fetecchie difficili da trovare perfino nel nostro prolifico paese.
Una volta trovato il sine baculo, lo si propone ossessivamente in ogni dove – ormai l’informazione é nelle loro mani – così da evocare eviranti pubblicità su poltrone e divani o il film La corazzata Potemkin in un noto episodio Fantozziano. In tanti sognano qualche giornalista disobbediente che ripeta forte e chiaro lo stesso giudizio di Fantozzi sul film. Giudizio che potrebbe risultare fin generoso.
E’ vero che un personaggio si crea dal nulla e dall’oggi al domani con le collaudate tecniche pubblicitarie oggi disponibili: si riesce a far credere usignolo uno stonato; scrittore, un semianalfabeta; pittore, chi non sa nemmeno imbiancare. Ma per presentare come scienziato uno zotico ignorante non basta affidarlo a truccatori o registi esperti che lo acconcino e istruiscano per pose ieratiche, o soggettisti che gli scrivano battute intessute di sentenzialismi e insulti.
Chi ha mantenuto una briciola di logica si chiederà: ma chi é questa faccia da ebete? Che curriculum di studi ha, cosa ha scoperto, cosa ha pubblicato? Come mai, di colpo, é balzato alla notorietà? Chi lo sostiene, perché lo sostiene? E via dicendo.
No, decisamente per convincere non basta la mossa, e nemmeno la posa da intellettuale pensoso! Si finisce per evidenziare maggiormente quel che si è: imbecilli seriali.
E come resistere, a questo proposito, all’ispirata evocazione di un sonetto?
La Scimmia un giorno agnede dar fotografo.
Dice: — Vorrei sapé se so’ capace
de fa’ l’artista ner cinematografo.
Me piacerebbe tanto a fa’ la traggica
ne la lanterna maggica!
— Eh! — disse lui — bisognerà che provi:
devo prima vedé come te metti
eppoi come te mòvi.
Fingi, presempio, d’esse una bestiola
in una posa un po’ sentimentale,
che pensa a l’ideale
senza che sappia di’ mezza parola… —
La Scimmia, con un’aria d’importanza,
se mise a sede, fece la svenevole,
guardò er soffitto e se grattò la panza.
— Brava! — strillò er fotografo — Benone!
Questo, pe’ fa’ cariera, basta e avanza:
sei nata propio co la vocazzione!
Se allarghi mejo certi movimenti
chissà che artista celebre diventi!
(Trilussa: “Basta la mossa!”).
***
Si sentiva puzza di bruciato fin dall’inizio, e credo in diversi abbiamo detto a noi stessi: “non esagerare! Non fare il solito scettico blu! E caspita! Lo dice il mondo intero, ne parlano tutti in continuazione e solo tu vuoi fare il bastian contrario?”.
Riflessione opinabile, perché la verità, oggi molto più di ieri, é quella cosa che non si riesce a leggere da nessuna parte, e meraviglia anziché venir considerata ovvia.
Via, arriviamo al dunque.
Il tempismo del Corona virus, che in recenti scritti si era già considerato assai sospetto, si inserisce in un panorama considerato sconfortante da chi si è strappato i capelli al “ciao neh” della Gran Bretagna, ed ha vissuto come tragedia scespiriana la quasi generalizzata levata di scudi nell’unico e autentico strumento di democrazia, ma che oggi viene tacciato di becero populismo: le elezioni.
Questi eventi, in qualsiasi modo li si vogliano considerare, avevano provocato forti ritardi nei tempi previsti dal programma: sì, un programma studiato accuratamente tra individui, per vergogna del mondo a piede libero ed anzi a vertici di potere, che si sono più volte ritrovati (e si ritrovano) in appartate e discrete riunioni: di terra e di mare….. Questo programma di mosse graduali, questo piedino in mezzo alla porta, pronto a primo allarme a farsi indietro accompagnato da “no, lei ha capito male!”, prosegue con diabolica perseveranza tra avanzate, ritirate, cortine fumogene. Purtroppo, bisogna convenire che dopo un gamberesco e astuto avanti-indietro ha fatto passi da gigante, avvicinando il battesimo di un loro sogno: la fine della civiltà, di qualsiasi tratto umano negli uomini, degli scampoli di libertà che ci erano rimasti.
Gli eventi per loro nefasti cui abbiamo accennato sembravano vanificare la sapiente narcosi di decenni, mentre li gettava nella disperazione rilevare che sempre più persone pretendevano di ragionare.
L’importante é non perdere fiducia nel Male. Si fa così, signori miei. Da sempre. Un passo alla volta. Rassicurare chi ondeggia preoccupato, sorridere sottolineando con gesti l’enorme esagerazione di oche del Campidoglio, che starnazzano fake e indulgono alla cabala ed al complottismo (oh, complottismo! Che bel termine abbiamo trovato: é vero?). Spiegare, nel dettaglio, che un certo provvedimento – da denominare rigorosamente in ammericano (gli imbrogl….voglio dire le persone colte e preparate fanno così) – é tutta un’altra cosa da quello che allarmisti e scandalisti vogliono farvi credere…. Volete mettere un lockdown…(quel “aunnnn, che sembra vibrazione di campana).., try again (meglio della nona di Beethoven), conference fund….(straccia quel sovranista di Dante)! Insomma: c’é tutta un’arte sopraffina, raffinata in decenni di menzogne, master in verminai (possibilmente seguìto e perfezionato da qualche ritiro spirituale in quel di Sant’Ignazio), negli imbec…pardòn….nei modelli che sfilano in graziose movenze.
Parallela, una fiera crociata contro i …fake-untori frammista a intimidazioni, oscuramenti, sequestri: mezzo sopraffino per truccare da fattore di tutela una censura che fa impallidire la poco-santa inquisizione. Parafrasando il “signori si nasce” di Antonio de Curtis, “vermi si nasce”, e come tutti sappiamo se ne trovano in abbondanza in qualsiasi terreno.
Allo scoccare del secondo bimestre della Grande Recita, con l’Italia ridotta quasi come avrebbe fatto un terremoto del 9° grado Richter con annesso maremoto (scusate: si dice tsunami), dobbiamo riconoscere agli speaker di questi signori la realizzazione di un autentico e inedito miracolo: riuscire a parlare a lungo senza dire niente, e soprattutto parlare senza far capire niente, lasciando per di più col dubbio “non capisco io o sei cretino tu?”. Dote indispensabile quando non si ha niente da dire; o meglio, quando si avrebbe molto da dire di quel che non si può dire, ad evitare che la gente ti spacchi la testa a randellate.
Parlando seriamente, deprime il pietoso spettacolo che hanno dato mondo dell’informazione e mondo politico, di una piaggeria umiliante. Senza eccezioni, a parte qualche rara avis.
Avrà anche giocato a sfavore di una denuncia della macabra farsa in corso il timore – se le cose si fossero evolute (o fossero state fatte evolvere) ancor più drammaticamente – di venire additati a stragisti di malati. E non sarebbe stato facile, poi, con il gracchiare concorde del parassitismo giornalistico, venirne fuori: in questo teatrino dell’assurdo, gli ex estimatori di Tito avrebbero rispolverato la celebre aria “nemico della patria!”.
Ma chi doveva opporsi e non l’ha fatto, si pentirà di questo errore: mai e per nessuna ragione si deve scendere a compromessi con la malavita politica e con chi ha venduto/vende Italia e Italiani per trenta rubli, dollari o eurodollari.
***
Questa esperienza ci insegni qualcosa e speriamo insegni qualcosa anche a chi sta prendendo per i fondelli il mondo intero (compreso chi sa che conviene far credere di crederci o di dichiarare di crederci). Sissignore, perché c’è un limite da non superare se si vuole evitare un evento presente ormai solo nei libri di storia: una sollevazione popolare, che si sa quando inizia ma non quando e come finirà: come il corona. E non si tratta solo di quella plateale fatta di gente in piazza, sassi, edifici pubblici occupati. C’è una forma più insidiosa e sommersa, della quale si faranno le spese alla prima occasione: e non ci sarà tv o turibolo a poterlo evitare.
Le “fasi”, 1 o 2 che siano, non sono altro che il tentativo di:
- tenerci costantemente il piede sulla testa e abituarci a ciò;
- inculcare con la violenza l’accezione – prima descritta – di una “casta del peggio” issante il cartello di uno Stato padrone e non servitore;
- scongiurare crisi che é sempre più probabile si trasformino da parlamentari in istituzionali;
- rimandare il più possibile le famigerate elezioni, in attesa di poter replicare quanto portò nell’immediato dopoguerra alle dittature comuniste: sbarazzandosi degli avversari politici tramite una magistratura e mass media subalterni;
La tentazione di ricorrenti, annuali…Covid fa capolino attraverso i finti timori accennati da complici nel barocco carrozzone della burocrazia sanitaria. Si vorrebbe realizzare, insomma, qualcosa di simile a serial tv o cinematografici: invece di Rocky 7-8-12 ecc., Covid 2019, Covid 2020, Covid, 2021, Covid 2022…perché i componenti della grande confraternita possano vivere felici e contenti, e noi sempre più malati, tristi, poveri….prudenti e obbedienti…
Indubbiamente abbiamo fatto da capofila. Perché l’Italia capofila? Semplice: siamo i più fessi. I meno reattivi. I meno abituati all’indipendenza ed alla sovranità.
Quello che non si riusciva, non si poteva, non si osava tentare con strumenti ordinari – la repressione poliziesca o l’inganno e la censura espliciti – si cerca di ottenere con questo asino di troia che é la malattia e la paura della malattia. C’é sempre il tempo di pantografare, una volta conseguito il successo.
E’ con la paura che si domina il mondo (ma se si esagera, la paura non fa più paura!).
Ci sembra però che troppe cose comincino ad andare storte (cioè dritte per noi), come dimostra l’improvvida benedizione urbi et orbi (soprattutto degli orbi).
La cosa bizzarra – a parte l’asino al posto del cavallo – é che i figli di Troia non sono gli assediati, ma gli assedianti.
Ci sarebbero tanti altri aspetti da commentare, ma…..cosa dite, ne parliamo alla prossima?