Sottotitolo: Le cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia”?
- §1. Premessa.
- §2. Costi Trattamenti Oncologici.
- §3. I dolenti costi.
- §4. Non si dimentichino i costi della radioterapia!
- §5. Fare le pulci.
- §6. E per i farmaci di ultima generazione tanto magnificati?
- §7. Si ok, ma con quali risultati?
Premessa
In diverse testimonianze fornite dalle persone in cura con Metodo Di Bella si parla esplicitamente di costi che ogni famiglia deve sostenere per iniziare prima, e continuare successivamente, la cura.
Se quelle stesse persone dovessero/volessero rivolgersi ad una struttura pubblica ecco che verrebbe loro prescritta una di quelle “cure ufficiali di provata efficacia” dalle quali, la maggior parte delle persone che testimonia, è fuggita per approdare al Metodo Di Bella. Qualche esempio:
- Laura, Sarcoma di Ewing;
- Maria Rosalia, Glioblastoma di IV° Grado;
- Roberto, Linfoma Linfoblastico di Burkitt;
- Maxim, Oligoastrocitoma di III° Grado;
Ma vale per molte altre testimonianze. I costi per l’acquisto dei farmaci, per coloro che vogliono seguire il Metodo Di Bella, sono variabili. Il S.S.N. – Servizio Sanitario Nazionale – non ne riconosce la loro prescrivibilità e in più alcune specialità farmaceutiche con il tempo sono state portate anche in Fascia C (costo a totale carico degli assistiti). Ultimo della serie la specialità Atiten (Diidrotachisterolo/Vitamina D): la suddetta specialità quando era passata con classica “ricetta rossa” costava poco meno di 10€, ma essendo in Fascia A non veniva pagata. Appena spostato in Fascia C il suo costo lievitò a oltre 18€ e questo senza alcun motivo. Infatti non vi è alcuna giustificazione che un analogo/derivato della Vitamina D in commercio da diversi lustri, dall’oggi al domani raddoppi il prezzo!
Premesso questo, a seconda della patologia, dello stato di avanzamento e delle condizioni generali del paziente, i costi per affrontare privatamente il Metodo Di Bella possono partire da un minimo di 600€/mese fino ad arrivare ad un massimo di circa 1.800-2000€/mese nei casi più avanzati o particolarmente complessi. E’ opportuno notare – considerata una costante, vigile maldicenza a cottimo… – come questi costi non sono gravati da alcun onere a beneficio di chi rappresenta la terapia, ma dipendono unicamente dal costo delle specialità (prodotte da aziende farmaceutiche) e – in misura assai meno rappresentativa – da quello dei principi attivi impiegati nei galenici, prodotti da multinazionali del farmaco (e.g. Roche, Merck, Fluka ecc.).
In media i galenici incidono per meno del 20% del costo minimo (e quindi del 6-7% di quello massimo).
NOTA: i suddetti costi per il Metodo Di Bella sono relativi ad un privato cittadino che va ad acquistare/ordinare in una farmacia. Diversi sarebbero i costi per un istituto pubblico che contratta il prezzo del farmaco (un esempio, riportato in basso, è la LAR tra costo c/o le ASL e prezzo in Farmacia).
Il costo totale potrebbe ridursi in maniera più che sensibile se solo qualche Ministro della Sanità (totalmente indifferente e disinteressato all’argomento, idem per tutto lo staff che gli ruota attorno) avesse l’ardire di fare un banale Decreto Legge di 2 righe e a costo 0 (ZERO!) per lo Stato Italiano:
“le persone che optano per il Metodo Di Bella possono – dietro la classica ricetta medica bianca, ad esempio valida per soli 3 prelievi, salvo poi rinnovarla – acquistare la LAR direttamente presso una qualsiasi ASL Regionale/Provinciale”.
Questo comporterebbe un risparmio di circa 600-700€/mese per il paziente portando così il caso peggiore (worst case) a poco più di 1.000€/mese sicuramente più abbordabile rispetto ai 1.800€/mese e lo Stato Italiano non ci rimetterebbe nemmeno 1 centesimo! Non solo, ma si porterebbe avanti – in parallelo alle cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia” – un percorso diverso da quello fallimentare fino ad oggi attuato. Il tutto, lo si ripete, a costo 0 per lo Stato Italiano!
E invece no, quasi per dispetto e nella totale indifferenza anche (ma non solo) della classe medica, si continua ad obbligare una persona malata di cancro – che ha fatto una propria libera scelta – a fare i salti mortali per procurarsi la LAR al minor costo possibile in altre Nazioni (e quindi anche con una perdita per il sistema economico Italiano) per poter risparmiare quei 400-500€/mese sul costo della cura, quando la LAR è prescritta dal medico che la dovesse ritenere utile.
E la dinamica rimane sempre la stessa. Qualora dovesse partire un dibattito ecco che intervengono – invitati in TV e media in generale – i soliti soloni del nulla (classiche nullità da avanspettacolo con 0 dati propri) per poi applicare la tecnica del silenzio e della non curanza, oramai ben rodata da anni e anni, unitamente al principio di trasposizione al fine di distrarre l’attenzione su altri argomenti. In tal senso un film che lo ricorda è La rapina perfetta (The Bank Job) uscito nel 2008. Una storia vera avvenuta in Inghilterra: una rapina l’11 Settembre 1971, quando una banda di ladri fece irruzione in una banca di Baker Street. La refurtiva non fu mai trovata e la rapina fu ben presto insabbiata con TV e media che smisero di parlarne e segreto di Stato per svariati decenni (ancora oggi vigente). D’altronde, come ci ricorda il film di genere epico-fantastico Excalibur (datato 1981) :”…la maledizione degli uomini è che essi dimenticano!”.
Costi Trattamenti Oncologici
I costi per sostenere il Metodo Di Bella vi sembrano alti? Certo, se sono a carico del singolo (ovvero dell’ammalato e/o dei suoi familiari) hanno un loro costo perché da privato cittadino occorre andare in farmacia per acquistare il farmaco X con tutti i ricarichi (aumenti di prezzo) che subisce quella data confezione ad ogni passaggio di mano non ultimo il ricarico sul costo del distributore locale che dovrà portare il farmaco X alla farmacia Y.
Ma quanti di voi conoscono il vero costo delle cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia”: chemioterapie e/o radioterapia e tutto ciò che ne consegue comprendendo costo dell’intervento, gestione degli effetti collaterali, ospedalizzazione, costi per le mancate ore di lavoro ecc? Nel seguito verrà illustrata una stima di massima per difetto!
I costi delle chemioterapie variano (molto ampiamente) in base a un gran numero di fattori: ad esempio perché una vasta gamma di farmaci viene utilizzata in vari tipi di chemioterapie. Oggi vengono adottate praticamente le cosiddette polichemioterapie, ovvero un cocktail di farmaci multi-colorati e dalle diverse consistenze, ognuno dei quali ha un proprio costo.
Ad esempio 8 (otto) settimane di solo trattamento con 5-Fluorouracile e Leucovorina costano – a seconda delle posologie e delle condizioni del paziente – dai 250€/mese ai 615€/mese a paziente. Nel suddetto costo non sono compresi i costi di ospedalizzazione, gestione effetti collaterali, le ore di lavoro perse dal paziente (e di riflesso la minore efficienza dell’azienda o ente pubblico presso cui il paziente lavora), eventuale pagamento INPS per persone sotto chemioterapie (sentenza n. 25569/2008 del 22 ottobre 2008 della Corte di Cassazione) ecc.
Per dovere di cronaca occorre ricordare che il 5-Fluorouracile viene usato in oncologia dal 1962! La Leucovorina, o acido folinico, è stato invece sintetizzato nel 1945! Una prima domanda allora è d’obbligo: perché continuare ad utilizzare farmaci sintetizzati durante o qualche anno dopo la Seconda Guerra Mondiale se tutta la stampa, i grandi luminari e durante ogni questua in TV magnificano l’efficacia degli ultimi ritrovati?
Iniziamo allora i cosiddetti “nuovi farmaci” i quali mostrano sempre un costo (molto) superiore rispetto a quelli di “vecchia generazione”. Questi “nuovi” farmaci, sono generalmente i composti a base di platino e altri come l’irinotecan.
Ai primi appartengono il cisplatino (sintetizzato nel 1845! Effetti collaterali – tipici nomi commerciali Cisplatino DBL®, Cisplatino Pharmacia & Upjohn®, Cisplatino Segix®, Cisplatino Teva®, Citoplatino®, Platamine®, Platinex® e Pronto Platamine®) e in uso medico oncologico da fine degli anni ’70 e a tutt’oggi somministrato. A ruota segue il carboplatino (effetti collaterali – tipici nomi commerciali Carboplatino DBL®, Carboplatino Pharmacia & Upjohn®, Carboplatino Teva® e Paraplatin®) usato in oncologia da metà degli anni ’80 e, al momento, l’ultimo della triade l’oxaliplatino (effetti collaterali – tipico nome commerciale Eloxatin®) brevettato a metà degli anni ’70 e in uso in oncologia medica da metà degli anni ’90. Si aggiunge l’altro farmaco nominato – ma nel seguito ne verranno forniti molti altri – l’irinotecan (effetti collaterali – tipici nomi commerciali Camptosar® e Irinotecan Sandoz®) in uso da metà degli anni ’90 e il cui costo si aggira intorno ai 150€ per 100mg. Ma sul tema costi si ritornerà a breve.
La domanda precedente ritorna nuovamente di attualità: ma se tutta la stampa, i grandi luminari e in ogni questua in TV vengono magnificati gli ultimi ritrovati, perché mai continuare ad utilizzare farmaci con quei catastrofici effetti collaterali che portano ad ulteriori danni e sofferenze per il paziente e ad un aumentato costo per la gestione di ogni singolo paziente?
Un numero sempre più elevato di persone dichiara che l’aumento del costo dei cosiddetti farmaci di “nuova generazione”, sia ingiustificato. Una scuola di pensiero afferma come questo incremento dei prezzi non sia necessario e rifletta il grado di negligenza della industria farmaceutica, che mette in maniera non necessaria alti costi sui farmaci anticancro e non solo (lo si è visto in precedenza: perché raddoppiare il costo del Diidrotachisterolo/Vitamina D associato alla specialità Atiten?)
I dolenti costi
Il sito dell’A.I.A.N. (Associazione Italiana per l’Assistenza ai malati Neoplastici) riportava i costi di trattamenti chemioterapici che differivano sostanzialmente nella composizione e variavano (in maniera importante) in base ai farmaci. Mediamente il costo si aggira su svariate decine di migliaia di euro per i vari cicli, fino a sfiorare cifre dell’ordine dei 50.000-60.000€.
L’illusione che la chemioterapia sia gratuita, cade alla considerazione che il cittadino e l’ammalato (in sostanza i contribuenti), la pagano allo Stato sotto forma di prelievi fiscali. A questi costi esorbitanti si aggiungono gli oneri elevati dell’indotto, ad esempio il trapianto di midollo può comportare spese ben superiori ai 50.000€/paziente di cui sopra.
L’efficacia temporanea, effimera e limitata, l’assenza di effetti risolutivi, l’elevata tossicità rendono ancora più irrazionale ed inaccettabile un così elevato onere finanziario della chemioterapia considerando che trattasi, oltremodo, di terapia totalmente casuale (colpisce tutto indistintamente) e per nulla causale (ovvero non punta alle cause della patologia che originano gli effetti che portano poi alla morte del paziente).
La musica non cambia per il Giornale italiano di Farmacia Clinica nel quale, qualche anno fa, vennero pubblicati i costi per l’uso dei farmaci citotossici nei cicli di chemioterapia, a base di platino e in combinazione, analizzati per una corte di 100 pazienti e 6 cicli di terapia (NOTA: il costo è riferito ai soli farmaci e null’altro):
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel (effetti collaterali – tipici nomi commerciali Paxene®, Anzatax®, Taxol®), isolato nel 1971 e in uso medico oncologico da inizi degli anni ’90, associato a Cisplatino per 100 pazienti: 128.217,00€ (circa 1.300€ a paziente);
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Vinolrelbina (effetti collaterali – tipico nome commerciale Navelbine®), scoperta nel 1980 e in uso da fine degli anni ’80, associata a Cisplatino per 100 pazienti: 200.940,00€ (circa 2.000€ a paziente);
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Paclitaxel associato a Carboplatino per 100 pazienti: 216.945,00€ (circa 2.200€ a paziente);
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Gemcitabina (effetti collaterali – tipico nome commerciale Gemzar®), brevettata a metà degli anni ’80 e in uso da metà degli anni ’90, associata a Cisplatino per 100 pazienti: 409.020,00€ (circa 4.100€ a paziente);
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel (effetti collaterali – tipico nome commerciale Taxotere®), brevettato a metà degli anni ’80 e in uso dalla metà degli anni ’90, associato a Cisplatino per 100 pazienti: 540.093,00€ (circa 5.400€ a paziente)
- Costo di 6 cicli di chemioterapia con Docetaxel associato a Carboplatino per 100 pazienti: 548.955,00€ (circa 5.500€ a paziente).
Cifre colossali che si riferiscono, come anticipato, solo ed esclusivamente ai costi dei farmaci chemioterapici nei sei tipi di trattamenti terapeutici presi in considerazione nella valutazione dei costi associati alle terapie a base di platino e pubblicate nel Giornale italiano di Farmacia Clinica qualche anno fa.
Se ai suddetti costi si sommano i costi di somministrazione, ospedalizzazione, premedicazione, trattamento reazioni avverse, costo ore assenze dal lavoro e non ultimo il costo ambientale dello smaltimento di sostanze alchilanti (che inducono mutazioni nel DNA) immesse in fiumi, mari e aria è facile intuire come il totale ha dell’incredibile.
Ma non finisce qui, occorre sempre ricordare che ai suddetti costi si sommano – laddove applicabile e come da sentenza n. 25569/2008 del 22 ottobre 2008 della Corte di Cassazione – le indennità di accompagnamento che le persone affette da cancro di qualsiasi tipo hanno diritto per almeno durante tutto il periodo del trattamento chemioterapico, aumentando così ulteriormente i costi.
I costi rivisti e aggiornati per somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse vede, per lo stesso ordine di cui sopra (NOTA: nell’aggiornamento costi riportato in basso non sono conteggiati, ad esempio, le visite, le degenze, farmaci supplementari, i costi INPS – laddove applicabili -, equivalente economico di ore di lavoro perse ecc):
- Costo 6 cicli di chemioterapia Paclitaxel+Cisplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento per reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da 128.217,00€ a 452.096,00€ (da 1.300€ a circa 4.500€ a paziente);
- Costo 6 cicli di chemioterapia Vinolrelbina+Cisplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da 200.940,00€ a 814.366,00€ (da 2.000€ a circa 8.150€ a paziente);
- Costo 6 cicli di chemioterapia Paclitaxel+Carboplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da 216.945,00€ a 467.550,00€ (da 2.170€ a circa 4.700€ a paziente);
- Costo 6 cicli di chemioterapia Gemcitabina+Cisplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da
409.020,00€ a 703.251,00€ (da circa 4.100€ a circa 7.030€ a paziente); - Costo 6 cicli di chemioterapia Docetaxel+Cisplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da
540.093,00€ a 841.978,00€ (da 5.400€ a circa 8.420€ a paziente); - Costo 6 cicli di chemioterapia Docetaxel+Carboplatino compresa somministrazione, premedicazione e trattamento reazioni avverse per 100 pazienti: i costi passano da
548.955,00€ a 825.887,00€ (da circa 5.500€ a circa 8.300€ a paziente).
Riassumendo 6 (sei) soli cicli di chemioterapia costano per ogni paziente una cifra mediamente compresa tra i 4.520€ gli 8.500€. Da ricordare che trattasi di una stima in enorme difetto poiché la somministrazione di sostanze chimiche è assolutamente variabile e si può prolungare per molto tempo (da settimane a svariati mesi e anni) facendo lievitare anche i costi per la società (e gli utili per le multinazionali produttrici). Non solo, ma nel calcolo sopra riportato è sempre utile ricordare che i costi non prendono in considerazione operazioni chirurgiche (ad esempio anche per impiantare un port), eventuali trattamenti radioterapici, medicamenti supplementari/complementari, farmaci supplementari/complementari, visite, degenze, ecc.
Non si dimentichino i costi della radioterapia!
Le statistiche dell’A.I.R.O. (Associazione Italiana di Radioterapia Oncologica) nel 2002 riportava circa 110.000 pazienti in Italia trattati con la radioterapia che rapportati alle circa 1.000 persone al giorno che solo in Italia ricevono una diagnosi di cancro comporta che circa il 35%-40% (stima per difetto, probabilmente raggiunge e supera il 50%!) dei malati si sottopone a radioterapia.
Ora il costo di un’apparecchiatura per la radioterapia “classica” si aggira intorno a 1.000.000€, determinando un costo a seduta (per singolo paziente) di circa 12.000€ (Fonte: MolecularLab).
Pertanto un solo trattamento radioterapico costa la bellezza di 12.000€ e occorrendo in genere un minimo di 6 sedute ecco che il totale a paziente lievita a partire da un minimo di 70.000€ e tutto questo senza tenere conto del costo di medici, fisici, radioterapisti, tecnici dosimetristi, costi di gestione e manutenzione e, non ultimo, lo smaltimento delle scorie radioattive (sebbene qualche anno fa qualcuno dicesse che le avrebbe messe sotto il proprio letto perché assolutamente sicure …azione mai avvenuta. Per la serie “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”! n.d.r.).
Poiché una persona malata può fare diversi cicli di radioterapia allora anche dietro le radioterapie ruotano cifre colossali. Senza dimenticare che esistono numerose modalità radioterapiche (e diversificate anche nei costi e sempre superiori alla radioterapia “classica”): Radioterapia a intensità modulata, Radioterapia intraoperatoria, Radioterapia stereotassica (maggiore precisione e altissimi costi), Gamma Knife, Cyberknife (acceleratore lineare miniaturizzato collegato a braccio robotica), Brachiterapia (utilizzo di piccole sfere radioattive introdotte nell’organismo), Adroterapia (radioterapia a fasci di ioni di idrogeno o carbonio), ecc.
È bene sapere che i costi delle radioterapie vengono ulteriormente incrementati dalle complicanze e la tipica (una delle tante, ma la più comune) è la mucosite orale, complicazione non solo di radioterapie ma anche di chemioterapie. Ad esempio – solo a livello indicativo – interessa oltre il 50% dei pazienti trattati con radioterapia a testa e collo e la totalità di quelli sottoposti a trapianto autologo delle cellule staminali trattati con chemioterapia citotossica ad alte dosi.
Per questa complicanza veniva usato il farmaco Palifermin (effetti collaterali – nome commerciale Kepivance®) un fattore di crescita dei cheratinociti umani. Si scrive al passato perché oggi tale farmaco non è più autorizzato dall’EMA, come da pdf liberamente scaricabile in basso.
I motivi del non più utilizzo vedono, tra le altre cose, la mancanza di efficacia e rischio di infezione con melfalan a dosi elevate.
NOTA: Il visualizzatore PDF integrato si affida a risorse esterne – nello specifico a Google Docs Viewer – pertanto se non si dovesse visualizzare il documento pdf non è colpa nostra o di un malfunzionamento del sito. In genere in questi casi è sufficiente rilanciare la pagina per vedere apparire i documenti. Ad ogni modo è sempre possibile scaricare il documento in questione sul proprio computer cliccando sul link Download [Dim. File] riportato sotto ogni documento PDF.
Il costo di un solo trattamento completo comprendeva (mediamente) 6 somministrazioni di 60mcg/Kg/die corrispondente al costo di una confezione: 4.320,00€.
Da sottolineare che per la mucosite orale circa un anno fa è stata rilasciata la pubblicazione (scaricabile in formato PDF in basso) dal titolo (nel titolo il link a PubMed): The Effect of Oral Care with Chlorhexidine, Vitamin E and Honey on Mucositis in Pediatric Intensive Care Patients: A Randomized Controlled Trial e nella quale è chiaramente riportato che:
At the end of the study, vitamin E was determined to be the most effective agent in OM management, followed by honey as the second most effective agent. Chlorhexidine was found to be less effective in OM management compared to the other two agents. Based on this, vitamin E is recommended for use in oral mucositis-preventive and therapeutic oral care practices.
In parole povere, Vitamina E (largamente utilizzata nel Metodo Di Bella) e Miele sono molto più efficaci rispetto alla Clorexidina (noto composto utilizzato per la produzione di alcuni collutori).
Ma l’aumento dei costi non finisce di certo con quanto riportato. Un altro dato interessante sono i farmaci utilizzati in combinazione con le terapie radiologiche.
Dal centro di riferimento regionale sul farmaco si legge come l’agente anti-neoplastico usato spesso (ma non l’unico) con la radioterapia presenta il principio attivo Cetuximab (effetti collaterali – nome commerciale Erbitux®), approvato nel 2009, il cui costo per un mese di trattamento per un paziente può variare (in funzione della posologia e dello stato del paziente) dai 1.000€ fino a oltre i 4.000€.
In definitiva la sola radioterapia tra apparecchiatura e uno o al più due farmaci – senza considerare le strumentazioni tecnologiche all’avanguardia e tutti i costi non inseriti riportati in precedenza – può arrivare a costare per ogni seduta qualcosa come 15.000€ e oltre!
Fare le pulci
Alcuni siti hanno iniziato a “fare le pulci” sui costi dei trattamenti chemio e radioterapici. Ad esempio Asbestos.com evidenzia i seguenti dati per il mesotelioma:
- Radioterapia – Secondo uno studio del 2015 sulla radioterapia per i malati di cancro, il costo mediano di un ciclo di radiazioni per il cancro ai polmoni era di 9.000$;
- Chirurgia – La chirurgia del mesotelioma pleurico è paragonabile alla chirurgia del cancro del polmone. Un paziente con carcinoma polmonare in stadio 1 potrebbe costare oltre 26.000$ solo come costo di chirurgia. Ma il costo dell’intervento dipende anche dalle tecniche chirurgiche utilizzate;
- Chemioterapia – Uno studio del 2013 sull’efficacia dei costi del Pemetrexed (effetti collaterali – nome commerciale Alimta®), approvato nel 2004, associato alla nostra vecchia conoscenza datata 1845 (!) il Cisplatino, ha riportato un costo totale di 40.102$ per il trattamento del mesotelioma di prima linea. Il costo varia in base ai farmaci esatti utilizzati, al numero di round somministrati e ad altri fattori specifici per ciascun paziente.
Va ricordato che per il Mesotelioma con il Metodo Di Bella sono stati riportati diversi casi che hanno risposto in maniera sorprendente rispetto alle cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia”:
- Prof. Luigi Di Bella (1996): Excellent result in a Mesothelioma case treated exclusively with Di Bella Method for over 4 years and still treatment with positive results;
- Aprile 2000, Dr. Achille Norsa, Ospedale Civile Maggiore, Verona: Malignant pleural mesothelioma, stage T3-T4. Consideration of a case study;
- Dr. Mauro Madarena, Ospedale S.Camillo-Forlanini, Roma: Pleural Mesothelioma: clinical records on 11 patients treated with Di Bella’s Method.
E per i farmaci di ultima generazione tanto magnificati?
Alcuni sono Anticorpi Monoclonali più familiarmente noti come i cosiddetti “farmaci intelligenti” che, come riportato in basso, effettivamente sono molto bravi e intelligenti (nonché diligenti) nel riempire le tasche di chi li produce. Alcuni esempi:
- Imatinib (effetti collaterali – nome commerciale Glivec®): prezzo indicativo 3.147,80€;
- Nilotinib (effetti collaterali – nome commerciale Tasigna®) per pazienti non responsivi al Glivec: Il costo di un trattamento di 30 giorni con nilotinib (400 mg due volte al giorno) è compreso tra i 4.007€ e i 6.000€;
- Dasatinib (effetti collaterali – nome commerciale Sprycel®): dalla Gazzetta Ufficiale (GU Serie Generale n.149 del 27-06-2019) si legge: 30 compresse in blister da 100 mg rivestite prezzo ex factory (IVA esclusa) 2.675,49€, prezzo al pubblico (IVA inclusa) 4.415,62€;
- Bosutinib (effetti collaterali – nome commerciale Bosulif®): 28 compresse rivestite da 500mg, prezzo indicativo 6.172,47€;
- Trastuzumab (effetti collaterali – nome commerciale Herceptin®): prezzo ex factory (I.V.A. esclusa) 640,41€, prezzo al pubblico (I.V.A. inclusa) 1056,93€;
- Nivolumab (effetti collaterali – nome commerciale Opdivo®): prezzo indicativo da 887,93€ a 2.218,15€ usato in monoterapia o in associazione (cocktail) con ipilimumab (voce successiva);
- Ipilimumab (effetti collaterali – nome commerciale Yervoy®): prezzo indicativo da 6.330,32€ a 25.321,26€.
- Rituximab (effetti collaterali – nome commerciale MabThera®): revisionato il 6 Gennaio 2020, 500 mg (10 mg/ml) concentrato per soluzione per infusione 1 fiala 50ml al costo di 2.175,78€ oppure 100 mg (10 mg/ml) concentrato per soluzione per infusione 2 fiale 10 ml al costo di 870,48€.
Si potrebbe proseguire con tutta la filastrocca dei nomi con suffissi in -mab e -nib, la sostanza non cambierebbe, anzi, …si potrebbe anche aggiornare nel tempo la lista con tutte le varie “specialità”, ma varrà la pena perderci del tempo per sostanze chimiche dal costo esorbitante e dai discutibili effetti su qualità di vita e prolungamento della vita del paziente? Che il costo vada progressivamente aumentando senza alcuna giustificazione (si ricordi sempre il costo più che raddoppiato della Vitamina D nella “più banale” specialità Atiten) è riportato nel grafico in basso:
Il grafico è preso dalla pubblicazione Trajectories of Injectable Cancer Drug Costs After Launch in the United States (nel titolo il link a Pubmed) liberamente scaricabile in basso.
E in Europa cosa succede? Verifichiamolo con il Congresso ESMO, l’appuntamento in Europa per medici, ricercatori, sostenitori dei pazienti, giornalisti e l’industria farmaceutica di tutto il mondo per riunirsi, conoscere gli ultimi progressi dell’oncologia e tradurre la scienza in una migliore cura dei malati di cancro. ESMO 2019 è stato il palcoscenico globale per eccellenza nella ricerca traslazionale, presentazione di dati che cambiano la pratica e discussioni multidisciplinari. Le conclusioni? L’inizio è sconfortante:
Molti nuovi farmaci antitumorali aggiungono poco valore ai pazienti rispetto al trattamento standard e raramente valgono il costo aggiuntivo secondo i risultati di due studi…
il continuo non è da meno:
quasi la metà dei nuovi farmaci approvati in Europa tra il 2004 e il 2017 per il trattamento dei tumori solidi aveva punteggi a basso valore aggiunto sulla scala ESMO Magnitude of Clinical Benefit (ESMO-MCBS) e oltre due terzi avevano un basso valore aggiunto sulla Aggiunta scala di classificazione dei benefici terapeutici (ASMR)
con il tracollo nel finale:
La maggior parte dei nuovi farmaci antitumorali ha un basso valore aggiunto, quindi medici e pazienti non dovrebbero presumere che solo perché un farmaco è nuovo, funzionerà meglio!
Quindi, riguardo la loro sostanziale inefficacia (leggasi inutilità) non si sta inventando nulla. Lo si è già visto per il costosissimo Palifermin, mentre per i farmaci tanto magnificati da media e giornali ce lo ricordano anche le conclusioni recenti di alcuni ricercatori:
- Ottobre 2017, gli autori Davis C., Naci H. et al., per il The British Medical Journal pubblicano – in modalità open access, quindi liberamente usufruibile: gli interessati possono scaricarla in basso – Availability of evidence of benefits on overall survival and quality of life of cancer drugs approved by European Medicines Agency: retrospective cohort study of drug approvals 2009-13 nella quale viene chiaramente indicato che:
“La stragrande maggioranza degli antitumorali di ultima generazione approvati dall’European Medicine Agency (EMA, ndr), non ha alcuna prova o documentazione di efficacia antitumorale […] e, dopo oltre 3 anni dall’immissione nel mercato, non vi erano prove conclusive che questi farmaci prolungassero o migliorassero la vita per la maggior parte delle tipologie di cancro per i quali sono stati approvati”.
- La sostanza non cambia a Settembre 2019 con la pubblicazione Design characteristics, risk of bias, and reporting of randomised controlled trials supporting approvals of cancer drugs by European Medicines Agency, 2014-16: cross sectional analysis degli autori Naci H., Davis C. et al., che pubblicano di nuovo per il The British Medical Journal (in basso, liberamente scaricabile).
- Le due pubblicazioni degli autori Naci H., Davis C. et al., (unitamente ad altre) sono talmente di rilievo che vengono riprese a fine Settembre 2019 dall’ANSA nella sezione Salute&Benessere con la notizia Tumori e nuovi farmaci, non giustificato il costo, ridotto valore aggiunto per pazienti, anche in sopravvivenza dove viene esplicitamente riportato:
“Molti dei nuovi farmaci anticancro hanno un ridotto valore aggiunto per i pazienti – in termini di sopravvivenza, qualità di vita o trattamento delle complicanze – rispetto ai trattamenti standard e vedono raramente giustificato il proprio costo extra”.
Sono state riportate solo 3 voci, ma si potrebbe continuare con un elenco più completo (anche se non esaustivo) che è possibile leggere negli articoli:
- I luminari della medicina non contaminano la loro purezza istituzionale con il Metodo Di Bella;
- Comunicazione di Fine Anno.
Si ok, ma con quali risultati?
Non un mare, ma un oceano di soldi spesi dal S.S.N., ma con quali risultati?
Rientrando in Italia, come da conclusioni e riferimenti del paragrafo precedente, i risultati sono desolanti e sconfortanti!
Come controprova facciamo due rapidi conti di massima. Solo in Italia muoiono circa 190.000 persone l’anno di cancro. C’è chi dice che la cifra potrebbe arrivare addirittura a 250.000 (se e) quando si avrà una copertura del 100% del registro tumori nonché considerando tutti quei casi che vengono classificati come morti da ictus, attacchi cardiaci, blocchi renali ecc indotte, in realtà, dagli effetti collaterali delle cosiddette “cure ufficiali di provata efficacia”.
Ora poiché si sta facendo una stima di massima, in tale scenario, comprendendo tutti i numeri (registro tumori e morti indotte dalle terapie alle quali vengono sottoposti i pazienti ma classificate con altri motivi), una cifra abbastanza realistica potrebbe essere 200.000. Non si vuole esagerare riportando numeri superiori ai 200.000, ma non si deve nemmeno illudere abbassando il reale valore non considerando persone decedute per gli effetti collaterali per dare l’illusione di migliorare la media (come oltremodo già accaduto in specifiche – e inutili – commissioni con i nostri militari per l’uranio impoverito)!
Ora:
200.000 persone anno / 365 giorni = in media 548 decessi al giorno
548 decessi giorno / 24 ore = in media 22,8 decessi ogni ora
22,8 decessi ogni 1 ora corrispondono mediamente a 1 decesso per cancro (solo in Italia) ogni 3 minuti circa (poco meno di 3 minuti) e tale valore si è discostato di un nulla negli ultimi 12-15 anni.
Ora, quando i grandi luminari vanno in TV, vengono intervistati per Radio, magnificano gli ultimi ritrovati nelle usuali questue, ricordano a chi li ascolta che solo in Italia c’è un decesso ogni 3 minuti?
Chi conduce (TV o radio che sia o interviste su cartaceo/On-line) ricorda ai grandi luminari che solo in Italia c’è mediamente 1 morto per cancro ogni 3 minuti e che almeno negli ultimi 12-15 anni non si sono avuti miglioramenti in tal senso?
Ma non è che, per caso, “Il cancro è (effettivamente, n.d.r.) solo un grande affare”?